lunedì 4 marzo 2013

la perpetuazione della specie...



"Stella rimane figlia unica, capito Ste?? capito? Ricordamelo quando ti chiederò di fare il secondo"

Io me lo ricordo bene il momento in cui lo dissi. 
Era la mia 18esima ora di travaglio, minuto più, minuto meno quando ancora ero a metà strada, senza saperlo, e  mi stavano portando in sala parto per fare finalmente la tanto sognata Epidurale (o Happydurale come l'ho rinominata io).
"Signora, ma è già di 6/7 cm, sta andando così bene, è sicura di volerla fare?"
Orco cazzo se la voglio fare. Mai stata più sicura di una mia decisione come in quel momento. 
Un'induzione alla 41+6...parliamone... Praticamente la gestazione dei somari...uhm...
Un travaglio di 23 ore e un'episiotomia.
Eppure già mentre lo dicevo (che Stella sarebbe rimasta figlia unica) sapevo che stavo mentendo. 
Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui il desiderio di fare un altro figlio si sarebbe fatto sentire prepotente, contro ogni ma e ogni se... Contro ogni logica. 
Perchè dev'esserci dentro di noi qualche istinto primordiale che ti fa "dimenticare" il dolore del travaglio e del parto, ti fa vedere i precedenti 9 mesi di rinunce alimentari e fatica solo come una breve parentesi di cui ricordi solo i momenti belli (bellissimi, supremi...) come il primo calcetto, la prima ecografia e più indietro nel tempo quella mattina in cui due linee rosa ti hanno detto che non saresti mai più stata sola.
Dev'esserci una sorta di amnesia che non ti fa ricordare in modo chiaro come ci si sente stanche i primi giorni a casa con un neonato...
Come ci si sente inadeguate quando magari tua figlia piange e non sai come calmarla. 
Come sia un'impresa epica fare una doccia della durata di 5 minuti.
Come siano ansiogeni i primi giorni dopo il parto quando ancora la montata lattea non è arrivata e ti sembra di far morire di fame tua figlia. 
Come siano rompimaroni tutti i parenti che alargiscono pareri e suggerimenti non richiesti.

E infatti quel momento è arrivato. Mesi fa a dire il vero. Era settembre 2012, tornata rigenerata da una vacanza in Croazia ho sentito fortissimo il desiderio di avere un secondo figlio, di riprovare le emozioni della gravidanza e di avere un piccolo riscatto.
Dico "riscatto" perchè la gravidanza di Stella, seppur magnifica dal punto di vista fisico, è stata inizialmente molto pesante dal punto di vista psicologico. 
Venivo da un aborto precoce alla sesta settimana e quindi per me ogni tappa fino alla fine del terzo mese è stata vissuta con ansia spropositata anche perchè ebbi delle perdite ematiche a 7 settimane dovute a un piccolo distacco di placenta. 
Quando dopo la Traslucenza Nucale mi ero finalmente rilassata ecco che arrivano i risultati un po' ambigui del bi-test. 
La settimana dal giorno dell'esito del bi-test al giorno in cui 10 gg dopo ho avuto un colloquio con la dottoressa che aveva eseguito la traslucenza nucale sono stati i gg forse peggiori della mia vita. 
Ero in un buco nero, non facevo che piangere e riguardare l'ecografia di mia figlia.
Poi la decisione di non fare ulteriori accertamenti perchè dentro di me sapevo che era sana, ma fino al parto un velo di incertezza mi ha sempre accompagnato.
Quindi immagino che la mia ipotetica futura gravidanza possa essere una sorta di riscatto. Ho sempre invidiato quelle donne che sono rimaste incinte senza il minimo problema e hanno affrontato tutti i nove mesi come se tutto quello che stava loro capitando fosse a loro dovuto. 
Io ho vissuto quei 9 mesi come una continua conquista. Ogni settimana, ogni mese erano un traguardo. Ogni ecografia era attesa snervante e poi gioia sconvolgente. Per 9 mesi ho vissuto tutto come se non mi fosse dovuto niente. Ho ringraziato Santi, Madonne e parenti defunti, io che sono praticamente agnostica, per ogni fottutissimo giorno di gravidanza. E forse ho avuto così tanto paura che Stella uscisse di lì troppo presto che alla fine non voleva saperne di uscire e me l'hanno dovuta sfrattare a forza. 

Però Settembre non era ancora il momento giusto per cercare un figlio. La razionalità ha vinto sull'istinto e me ne pento, perchè in quel momento non avevo dubbi su quello che volevo.
Invece in questi mesi ho avuto troppo tempo per pensare e per rimuginare e tanti dubbi si sono affacciati.
La mia casa di 74 mq basterà per 4 persone? Ho solo un bagno...solo una cameretta...so che un tempo si viveva anche in 8 persone in meno spazio...ma appunto erano altri tempi...
La mia Lancia Y basterà per due seggiolini? 
E'giusto fare il secondo figlio sapendo che dovendo lavorare full time dovrò pesare sui miei genitori?
Non toglierò attenzioni importanti a Stella? 3 anni di differenza mi sembrano l'ideale, ma da un lato penso che lei potrebbe risentirne.
Con un figlio all'inizio la coppia ne ha risentito...con due che succede? 
E se qualcosa va storto? problemi del bambino o durante il parto?
E la paura del parto dove la mettiamo?Se mi avessero chiesto com'era stato partorire a pochi gg dal parto avrei risposto che rispetto a quello che mi aspettavo non era stato nulla di trascendentale...ma ora quell'induzione con seguenti 23 ore tra travaglio e spinte mi sembra soprannaturale...del tipo "ma chi me lo fa (ri)fare?"...
E poi con Stella sono stata fortunata...ma se mi esce uno di quei nani del modello peggiore...quelli sempre-urlanti e mai-dormienti?

Qualcuno mi ha detto di mettere i pro e contro dell'avere un secondo figlio nero su bianco, ma non lo voglio fare perchè so che i "contro" sarebbero molti di più e invece io dentro di me questo secondo figlio lo desidero nonostante tutto. E tutti i "se" e tutti i "ma" li affronteremo eventualmente man mano che si presenteranno visto che un figlio è cmq una cosa meravigliosa e invece nella vita, come ho purtroppo già sperimentato, a volte ci sono imprevisti molto brutti che ti spiazzano e che devi comunque imparare a gestire. Quindi benvengano gli imprevisti bellissimi che ti porta un figlio. 

In un modo o nell'altro ce la faremo. 


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